Benvenuti a Prunetta

 

 

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Parrocchia di San Basilio _ Prunetta 2019

 

 

 

 

 

In alcuni atti notarili del Duecento appare il nome di"Pruneta"probabilmente riferito a quello che è ora il territorio di Prunetta,ad indicare che era invaso da sterpi e pruni. Ma il paese nacque molto tempo dopo,quando ormai il Comune di Pistoia era passato sotto il dominio di Firenze.

I confini fra lo Stato di Toscana e gli stati di Modena e di Lucca passano dal Corno alle Scale,Libro Aperto,il Passo dell'Abetone,e l'Alpe delle Tre Potenze,per la Valle del Liesina.


La chiesa negli anni '20

Dal crinale dove sorge Prunetta si controllano i passaggi verso gli stati confinanti. Il luogo,incontro di vie di comunicazione,era importante da un punto di vista strategico.Per questo vi si insediarono i Templari e successivamente,nel '500, lo Stato della Toscana vi istituì un corpo di guardia. 


I primi abitanti furono dunque soldati. Successivamente vi affluirono altri,dai paesi vicini, in parte asserviti alle necessità del corpo di guardia. Da Calamecca sembra sia giunta la famiglia Ducceschi,una delle più antiche del paese. Durante il periodo mediceo e poi Leopoldino,la vita dei Prunettini scorse come quella di tutti gli abitanti della montagna pistoiese: molta miseria e molta fatica per vivere .

Le cose non cambiarono poi tanto con l'avvento del Regno d'Italia.

Dai libri dello stato delle anime sappiamo che nel 1829 le famiglie di Prunetta erano 67,e gli abitanti 337,nel 1856 viene registrata una lieve crescita,gli abitanti sono 472.



Un altro scorcio del paese

Dopo un lieve calo,nel 1910 gli abitanti raggiungono il numero di 730.Dopo la Grande Guerra,la crisi allontanò dal paese molte persone,che emigrarono.Nel 1929 gli abitanti erano 677,le famiglie 141,delle quali ben 77 portavano il cognome Ducceschi. Dal settembre 1939 Prunetta passava sotto il Comune di Piteglio;fino ad allora era sotto due comuni,con disagio per gli abitanti.

Il paese ebbe un momento di grande notorietà turistica fra gli inizi del 900 e la metà dello stesso secolo quando, questa nortorietà gli valse l'appellativo di

"La Perla della Toscana". 

LA LINEA GOTICA NELLA PROVINCIA DI PISTOIA

 SITUAZIONE GENERALE

 IL   2° CONFLITTO MONDIALE

 Conseguenza ineluttabile di una situazione internazionale da anni assolutamente vacillante, la Seconda Guerra Mondiale inizia, per convenzione, il primo settembre 1939 con l'attacco della Germania nazista alla Polonia e termina ufficialmente l'otto maggio 1945 in Europa ed il due settembre 1945 nel Pacifico, dopo aver causato incalcolabili distruzioni e la morte di circa 60 milioni di persone, gran parte delle quali non combattenti. Il conflitto vede contrapporsi due grandi blocchi di Nazioni,  normalmente definite Asse (e Patto Tripartito quando si includa anche il Giappone) ed Alleati, ai quali si aggiunge l'Unione Sovietica: da una parte la dittatura del III Reich, la Grande Germania di Adolf Hitler, quella italiana di Benito Mussolini e, su un fronte separato, quella del Giappone Imperiale; dall'altra le democrazie occidentali di Regno Unito, Francia e Stati Uniti, insieme al regime stalinista sovietico. In aggiunta a queste nazioni, si contano una lunghissima serie di altri partecipanti (Finlandia, Bulgaria, Romania, Ungheria, Polonia, Olanda, Belgio, Grecia, Jugoslavia per citarne alcuni).

Militarmente parlando, la guerra vede una fase iniziale di travolgenti vittorie della Germania in Europa (a cui fanno però da contrasto gli insuccessi italiani), con gli Alleati costretti a subire e l'Unione Sovietica, in un primo momento, non ostile ad Hitler come stabilito con patto Molotov-Ribbentrop firmato il 2 agosto del 1939 a Mosca, impegnata anch’essa in operazioni espansionistiche. Con l'aggressione alla stessa Unione Sovietica da parte dell'Asse ed i continui sfolgoranti successi dei tedeschi, cui si aggiungono quelli del Giappone nel Pacifico, il conflitto raggiunge il punto critico; ma tra la fine del 1942 e la metà del 1943, una serie di eventi bellici - Stalingrado e Kursk sul fronte russo, El Alamein, la Tunisia e l'invasione della Sicilia (che causerà la resa dell'Italia fascista)nel Mediterraneo, Midway nel Pacifico - determinano la svolta decisiva. Nel 1944 lo sbarco in Normandia si andrà ad unire alle graduali ma ormai non arrestabili marce di riconquista sul fronte orientale e nel Pacifico, avanzate che porteranno da una parte alle macerie di Berlino, al suicidio di Hitler e la caduta del nazismo, dall'altra al lancio delle prime bombe atomiche e alla capitolazione del Giappone.

 

LA GUERRA IN ITALIA - 1943

 

Sino dall'inverno del 1940, l'Italia combatteva in Nord Africa contro le truppe britanniche e del Commonwealth, con alterne fortune – al fianco dell'Afrika Korps di Erwin Rommel. A fine 1942 la sconfitta di El Alamein, non lontano da Alessandria d’Egitto, portò ad un ripiegamento che si concluse solo in Tunisia nella primavera del 1943, con la perdita pressoché completa delle truppe italo-tedesche là dislocate. Dalla Tunisia, gli Alleati (dal novembre del 1942 anche gli Stati Uniti avevano inviato truppe in Africa) lanciarono ben presto un attacco al "ventre molle d'Europa", invadendo la Sicilia il 10 luglio 1943 e conquistandola in 38 giorni. Il contraccolpo fu tale che Mussolini fu destituito e l'Italia firmò con gli Alleati l'Armistizio, reso pubblico l'8 settembre. Nonostante l'uscita di scena dell'Italia e gli sbarchi a Salerno, Taranto ed in Calabria, le truppe alleate non riuscirono ad impedire la ritirata ai tedeschi che avevano combattuto in Sicilia. Queste truppe si andarono a ricongiungere dunque con le altre già posizionate in linee difensive che tagliavano trasversalmente la penisola da costa a costa, riuscendo infine ad arrestare l'avanzata alleata, complice l'inverno, sulla Linea Gustav.

 

LA CAMPAGNA D’ITALIA - 1944

 

Il 22 Gennaio del 1944 gli alleati sbarcarono ad Anzio e superate le prime difficoltà riuscirono a consolidare la loro testa di ponte. Questa, penetrando  profondamente nel settore a tergo  della 10^ Armata tedesca costituiva un pericolo nel caso si fosse verificato uno sfondamento frontale della linea Gustav presso Cassino. Ciò avrebbe consentito agli alleati di incunearsi tra la 14^ e la  10^ Armata, precludendone il ripiegamento verso nord. Tale minaccia fu tuttavia sventata ad opera del XIV Corpo Corazzato, al comando del Gen. Frido von Senger und Etterlin e a causa delle incomprensioni tra i Generali H. Alexander (Br.) e M. Clark (US).  I tedeschi non poterono evitare lo sfondamento a Cassino e conseguentemente incominciarono a ripiegare verso l’Appennino settentrionale. L’arretramento fu accompagnato da una azione ritardatrice resa possibile anche grazie alle continue interruzioni di ponti, ad estese zone minate in prossimità delle principali vie di comunicazione e per le distruzioni di ogni genere, che essi effettuarono con la loro tradizionale meticolosità

L’avanzata alleata giorno dopo giorno rilevava una resistenza sempre maggiore da parte delle retroguardie tedesche le quali generalmente erano costituite da piccoli gruppi di fanteria e carri armati, arretravano con sbalzi di circa 15/20 chilometri per volta, costringendo continuamente gli alleati ad attaccare su posizioni successive. Ciò avveniva sfruttando con perizia gli ostacoli naturali che caratterizzavano il campo di battaglia, attuando opportune demolizioni di ponti ed in molti casi usando i centri abitati dove negli scantinati e al piano terra degli edifici, si approntavano speditamente eccellenti ed efficaci osservatori e postazioni per tiratori e armi automatiche. Tale tattica permise loro di difendere queste postazioni anche fino a tre giorni consecutivi. Mentre gli alleati avanzavano lentamente e con fatica sotto il caldo sole di luglio, i giorni passavano rapidamente e, verso la fine del mese la 14^ Armata oltrepassò il fiume Arno e si attestò a difesa su posizioni distribuite lungo la sponda destra del fiume. La 10^ Armata invece, sul settore Adriatico nelle Marche, occupò le posizioni oltre la sponda sinistra del fiume Metauro.

 

 

GENESI DELLA LINEA GOTICA

 

Già dal 22 giugno 1943, nel rapporto giornaliero tenutosi sull’Obersalzberg, nel quale veniva valutata la possibilità di uno sbarco alleato in Sicilia, lo Stato Maggiore tedesco (OberKommando der Wermacht o OKW) e Hitler avevano previsto una defezione dell’Italia.

Successivamente, a seguito degli eventi del 25 luglio (arresto di Benito Mussolini e caduta del fascismo) tale previsione divenne sempre più una certezza che si materializzò l’8 settembre del 1943 con la firma a Cassibile in Sicilia dell’armistizio tra Italia e America. L’Italia si impegnava quindi a cessare ogni operazione bellica. Tali previsioni ed eventi, avevano indotto in un primo tempo l’OKW a essere propenso ad occupare il suolo italiano e resistervi ad oltranza, opinione condivisa anche dal generale Albert Kesselring e da qualche altro ufficiale tra i più fedeli e politicizzati, i quali erano ancora convinti di poter capovolgere le sorti del conflitto e di contrastare efficacemente gli alleati. Al contrario, gli ufficiali della Wermacht, conoscendo la reale situazione delle loro truppe erano consapevoli che un prolungamento del conflitto non avrebbe certo portato ad un esito positivo.

Fu alla luce di questi avvenimenti che si innescò un’aspra controversia tra i generali E. Rommel e A. Kesselring riguardo a quale tattica applicare sul teatro di guerra italiano: secondo il parere del primo l’Italia avrebbe dovuto essere difesa sugli Appennini settentrionali, tramite la predisposizione  di una imponente e fortificata linea difensiva, mentre per il secondo si sarebbe dovuto resistere ad oltranza ovunque fosse stato possibile. Il comando supremo tedesco fece capire come il Führer fosse più propenso ad appoggiare la tesi del generale Kesselring. Direttive dovute anche  probabilmente, allo scopo di evitare una ritirata precipitosa delle truppe, che avrebbe potuto verosimilmente trasformarsi in qualcosa di molto pericoloso inducendo nei soldati la convinzione di una disfatta, oppure, si voleva in questo modo guadagnare tempo per consentire di ultimare le opere campali progettate per la linea di difesa sull’Appennino settentrionale. E’ in questo senso che furono predisposte , a partire da sud, una serie di linee difensive fortificate che avrebbero consentito alle unità in ritirata di arrestare temporaneamente l’avanzata inesorabile degli alleati e allo stesso tempo di fare arretrare verso nord il maggior numero di unità.

 

 

 

PRINCIPALI LINEE DIFENSIVE FORTIFICATE PREDISPOSTE DAI TEDESCHI LUNGO LA PENISOLA ITALIANA

 

Barbara Stellung

Mondragone – Teano – Presenzano -Isernia

Reinhard Stellung

M.te Camino – M.te cesima – Venafro – Castel di Sangro

Gustav Stellung

Lungo il corso del fiume Garigliano – Cassino -  Lungo il corso del fiume Rapido – Alfadena – Roccaraso – casoli –  Fossacesia (sponda adriatica)

Senger-Riegel Stellung

Terracina – Pontecorvo - Atina

Caesar Stellung

Ardea- Albano - Val Montone – Avezzano – Piscina – Popoli - Pescara

Arno  Stellung o Heinrich Stellung

Pisa – Empoli – Firene – Pontassieve - Bibbiena

Grün I e II  Stellung o Linea Gotica

Settembre  1944 : Viareggio – Pesaro.

Ottobre 1944. Cinquale (LU) – Cesenatico

Dicembre 1944 Cinquale (LU) – Marina di Ravenna

 

 

 

 

 

" DIE GRŰNE LINIE I"

LA GOTICA  NELLA PROVINCIA DI PISTOIA

 

 

Nell’agosto del 1944, in Toscana gli eserciti contrapposti,  si fronteggiarono in una sorta di guerra di posizione, come nella  grande guerra del 1916. Come da manuale, puntualmente i genieri tedeschi avevano provveduto a far saltare tutti i ponti, in particolare quelli che permettevano l’attraversamento sull’Arno, da Ponte a Sieve a Pisa,  risparmiando  soltanto lo storico Ponte Vecchio a Firenze. Riuscirono così, se pur temporaneamente ad arrestare l’inseguimento, frapponendo tra i due eserciti i fiumi. Questo ostacolo naturale non permetteva infatti con facilità e rapidità e senza rischi  il suo attraversamento e gli eserciti trascorsero così su questa nuova linea difensiva quasi tutto il mese di agosto.  Nel frattempo le armate alleate si riorganizzarono  e furono rischierate sul campo. Anche i tedeschi presero tempo affinché i lavoratori, sempre più spesso reclutati coercitivamente tra le popolazioni della zona, ultimassero le opere campali sulla Linea Gotica.

Settembre era alle porte ed anche le piogge della vicina stagione autunnale che non avrebbero certamente facilitato le operazioni delle unità motorizzate e corazzate degli alleati. Nei primi giorni di settembre infatti i comandi tedeschi erano consapevoli che se fossero riusciti a ritardare ancora l’avanzata degli alleati questi avrebbero dovuto fare i conti con la stagione delle piogge e l’inverno, consentendo loro di proseguire nel ripiegamento verso nord, senza preoccuparsi più di tanto del  martellamento costante dei caccia bombardieri P-47. Pochi chilometri più a nord, sulle prime alture dell’Appennino la Linea Gotica  attendeva  i due eserciti. La “Grüne Linie-I” (Linea verde - I), fu la prima delle linee di resistenza che costituivano la Linea Gotica, con cui ebbero a che fare i reparti della 6th S.A.A. Div. (South African Armoured Division). La “Grüne Linie-I” si estendeva, sul territorio provinciale di Pistoia, dall’Alpe delle Tre Potenze a Nord-Ovest sino a Poggio Alto, estremo lembo di terra ad est, confinante con la contigua provincia di Prato. Questo tratto della Grüne Linie-I era  costituito da una serie di capisaldi difensivi costituiti per lo più da opere campali (trincee, ricoveri e postazioni per armi automatiche, cannoni, mortai) ed in alcuni casi da fortificazioni in calcestruzzo, come quelle che costituirono le principali difese del Passo della Collina o quelle della Femminamorta nel comune di Marliana. Frequenti furono i bunker ricavati negli edifici posti  in posizioni chiave, come quelli del caposaldo di Pianosinatico, sulla SS-64 per l’Abetone, presidiato da elementi della 13^ Cp. della Div. San Marco della Repubblica Sociale. La “Grüne Linie-I”  fu presidiata nel pistoiese dalla 65. I.D. e dalla 362. I.D. rinforzate dal  56 Werfer-Rgt. (reggimento mortai), quest’ultimo alle dipendenze  del  XIV. Pz. Korps e da altre unità minori di supporto. Nei primi giorni di settembre la 362. I.D.  prese posizione nel settore assegnatogli sulla “Grun Linie I”, tratto che si estendeva dalla Macchia Antonini (Marliana) a Poggio Alto,  qualche chilometro a nord di Montale. Nel frattempo, superate le difficoltà in parte accresciute dalle pessime condizioni meteorologiche, la 6th S.A.A. Div attraversava l’Arno e si schierava sul davanti delle posizioni della 362 I.D. Questo settore divisionale ricadeva per i tedeschi nell’ambito del XIV. Pz.Korps, mentre per i sudafricani nel IV US Corps. Settore che comprendeva oltre alla SS-64 Porrettana altre rotabili di secondaria importanza che avrebbero potuto consentire alla 6th SAA Div. di proseguire in direzione di Bologna e raggiungere rapidamente la pianura Padana. E’ opportuno ricordare che, il Passo della Poretta sulla SS-64, più noto come Passo della Collina, era stato contemplato nel piano di attacco  Harding-Alexander, che si basava su un attacco diretto anglo-americano attraverso i passi appenninici contraddistinti dalle rotabili SS-64 e SS-66. Il piano non fu attuato a causa delle solite incomprensioni e gelosie tra i comandanti inglesi e americani. Fu il Generale Oliver Leese che  riuscì a convincere in soli 45  minuti il gen. Clark.  Leese propose un piano differente, denominato in codice “Operazione Olive”. Questo, prevedeva un attacco dell'VIII Army (Br.) sulla costa adriatica per sfondare la Linea Gotica impiegando consistenti unità corazzate e costringere i tedeschi a spostare il grosso delle loro forze dalla Toscana alla Romagna. A questo punto il Generale Clark avrebbe attaccato la Linea Gotica al centro, sugli Appennini, al Passo della Futa e al Passo del Giogo ormai sguarniti e dopo aver preso Bologna avrebbe potuto attaccare dal retro la X Armee del Generale H. von Vietenghoff nella piana di Rimini e chiuderla in una sacca tra il Po e il mare, spazzandola via definitivamente. Il piano fu attuato ma l’avanzata verso Bologna e la pianura Padana non risultò così speditiva come previsto.

 

 Ambulatorio Medico

L' ambulatorio medico di Prunetta , condotto dal Dott. Sandro Andreotti, si trova in Via Piaste Prunetta ,  7 .

E' aperto ogni Mercoledi  mattina dalle ore 9,00 alle ore 12,00.

 

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Farmacia  Dott. Filippo Tamburini.

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